"Viareggio-Repaci": Durante la finale Mieli esalta Curci
Non un concorso, ma un premio assegnato ad una produzione letteraria scelta tra quelle annuali, segnalate da una giuria d’eccezione per tre categorie (narrativa, saggistica e poesia). E’ il premio "Viareggio-Repaci", giunto quest’anno alla sua 92esima edizione, salutata con la proclamazione dei vincitori nella serata di sabato 28 agosto scorso. Nella triade dei finalisti (nella categoria poesia) anche il poeta e musicista nocese Vittorino Curci con “Poesie (2020-1997)”, una raccolta ventennale di 103 componimenti incentrati su temi diversi: tempo, infanzia, scorci pugliesi, piccola e grande storia, mistero della parola poetica.
Su di lui si è speso anche il presidente della giuria, nonché giornalista e saggista Paolo Mieli, collocandolo senza remore nell’ “albo d’oro dei poeti italiani”. Ultimo prestigioso riconoscimento ottenuto con un’opera che tra i tanti meriti ha anche quello di aver acceso un focus di interesse notevole attorno alla poesia, un settore notoriamente di nicchia.
A margine, l’autore ha confidato ai nostri taccuini: “Sono davvero felice dell’avventura al Viareggio. Un’esperienza nata quasi per caso, quando il mio editore mi informò che la giuria del premio aveva messo gli occhi sulla mia opera. In realtà, il mio nome non era nuovo all’ambiente; già nell’84 rientrai nella rosa di Viareggio per “l’opera prima”, a distanza di anni sono orgoglioso di aver tenuto alto il nome dei poeti meridionali, ma soprattutto di essere stato il primo finalista pugliese. L’affetto che ha accompagnato Poesie è stato straordinario: lettori e scrittori da ogni parte d’Italia mi hanno scritto e sostenuto la mia candidatura. Definisco la mia poesia lirica o neolirica, il tentativo di dare al concetto di lirica un’anima contemporanea”.